Omelia Don Carlo 11 dicembre 2019
*Omelia 11 dicembre 2019*
“Chi spera nel Signore corre senza affannarsi, cammina senza stancarsi”.
Non so da dove venga ad Isaia questa intuizione potente di cosa sarebbe avvenuto alla venuta del Messia. Perché è un pensiero assurdo che gli viene, che è contro le leggi della natura. Perché, in natura, uno che corre ha il fiatone, uno che cammina si stanca. Lui dice il contrario perché sente che questa è la sfida della fede, è proprio il miracolo esistenziale più convincente, perché è un miracolo che ti trovi addosso nel tempo, è quello che dimostra che Gesù è vivo, perché ti fa rinascere ogni giorno.
Come dice anche il Salmo 84: è uno a cui “cresce lungo il cammino il suo vigore”. Ma è assurdo, pensateci! Qui dice proprio:ἐκ δυνάμεως εἰς δύναμιν (ek dynameos eis dynamin) a uno sforzo più forza. Se io mi sforzo avrò meno forza, ho consumato l‘energia. Qui dice che è il contrario per l‘uomo di fede. Come nell’automobile il turbo che
ricicla il gas di scarico, prende dalla marmitta l’energia già consumata che sarebbe già inutile, inutilizzabile, la ributta dentro e, a parità di consumi, tu vai più forte. Ma questo è il frutto della fede vera perché – mi dispiace – ma c’è la fede “doc” e la fede tarocca, e ce ne è tanta.
È che (la fede) non dipende dal carattere della persona o dalle circostanze, ma dalla libertà. La fede vera è uno che ci rischia tutto, che ci butta tutto come… Avete presente nel poker il giocatore che sa di avere la carte buone o che fa il baro? _All in_ si dice, tutto dentro. È quello che prende tutte le _fiches_ e le butta nel piatto e li sfida tutti a buttare tutto così vede chi ha le carte buone e chi non ce le ha. Ecco questa è la sfida, d’altronde che Salvatore sarebbe Cristo se non valesse tutte le _fiches_ della mia vita?