Omelia Don Carlo 12 dicembre 2019


*Omelia 12 dicembre 2019*

“Tra i nati di donna, nessuno è più grande di Giovanni Battista”.

Perché nessuno è più profeta di lui, cioè più grande nel desiderio. Perché la cosa più grande che uno può fare nel mondo è desiderare la grandezza, l’infinito – questo è il profeta. È quello che tiene alta l’asticella del desiderio. Sono 170 anni che gli Ebrei non hanno più un uomo così, che apra loro il cuore, come Giovanni ha cominciato a fare con le folle. Ma Giovanni Battista muore senza vedere e gustare la grandezza che lui attende. Quello che può fare è indicare con il dico: “Ecco, l’Agnello di Dio!”. “Non è per me, è per voi; voi siete chiamati a conoscerLo e a goderne, io morirò triste”. Perché – lo dice Gesù: “Il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di Giovanni”.
Ha una possibilità di conoscenza e di godimento in più, il centuplo. A Giovanni questo non è dato, perché? Il cristiano che cosa ha più di Giovanni?
Non che è più bravo moralmente, ma che conosce la grandezza della promessa che Giovanni non conosce né può vedere perchè il cristiano vede fiorire la propria umanità. Senza la grandezza l’uomo sfiorisce.
Giovanni è il testimone della domanda, il cristiano è l’annunciatore della risposta. La felicità è un matrimonio fra la domanda e la risposta. Perché una risposta senza domanda non entusiasma, è una cosa grande ma tu pensi che sia piccola, non ne hai bisogno. Ma anche la domanda senza la risposta è insostenibile, ti logora, ti consuma. Quando noi siamo logorati, o senza entusiasmo è perché ci manca questo “matrimonio”. O l’uno o l’altro: o ci manca la domanda o ci manca la risposta.
È decisivo che ci chiediamo: “Cosa desta ogni giorno la mia domanda?” e “Cosa mi svela ogni giorno la risposta?”