Omelia Don Carlo 12 febbraio 2020


Omelia 12 febbraio 2020

“Nulla, entrando da fuori nell’uomo, lo rende impuro”.

I Giudei erano ossessionati dalla purità e dall’impurità: un uomo è felice se è puro, è infelice se è impuro.
E non sbaglia su questo. Eppure, Gesù li corregge duramente per la loro superficialità perché pensano che la purezza e l’impurità siano un problema materiale, fisico, sia un problema di qualcosa che ti tocca, quasi una magia, una maledizione, cioè qualcosa di esterno che ti tocca, per cui si devono lavare di continuo. Una cosa penosa andare sia davanti alle moschee che davanti al muro del pianto… Quanta acqua consumano, si devono lavare tre volte per tutte le cose impure, è terribile!

Gesù dice: “Ma la purità non è un problema materiale, esteriore, qualcosa che viene da fuori e che ti tocca: l’ambiente in cui vivi, come ti trattano gli altri, mi sento maledetto perché…; è un problema di purità di sguardo, di uno sguardo trasparente, come un vetro trasparente che ti fa vedere cosa c’è dentro”.
Se tu ti guardi con uno sguardo puro, uno sguardo vero, come ti guarda Dio, ti vedi bellissimo, il tuo cuore si entusiasma e metti il cuore entusiasmato, infiammato [in ogni circostanza] e incendi il mondo. In ogni circostanza il tuo cuore è pieno di amore.
Tu sei felice se ami te stesso e se ami tutte le cose. Per amarle le devi vedere belle, se lo sguardo è impuro vedi brutto te stesso, brutto il resto e allora non ami più niente e ti lamenti che sei maledetto: “Cosa c’è di bene per me qui?”, “Cosa c’è di bene per me là?”. È una cosa penosa la gente che si lamenta [e dice] “Cosa c’è di bene per me?”: c’è tutto di bene, è che tu hai lo sguardo impuro!

Dove si purifica il nostro sguardo, dove ripuliamo, ogni mattina, lo sguardo che ci fa entusiasmare di tutto che ci rende capaci di amare perfino se i romani ci mettono in croce?
Quando ci sentiamo maledetti non è mai colpa degli altri: “Mi ha toccato, mi ha fatto, mi fan delle cose”.
È un problema di purità di sguardo. Dove lo ritroviamo?