Omelia Don Carlo 13 marzo 2020
Omelia, 13 marzo 2020
“Piantò una vigna e la diede in affitto a dei contadini”. La mia vita è una vigna da coltivare perché porti frutto: è un compito, non un bene di consumo, che si getta quando non serve più. Di me nulla è da gettare: tutto è prezioso, anche ciò che non mi piace. Tutto è per il compito che ho nel mondo. Quale compito? Cosa devo fare io nell’universo? “La pietra scartata dai costruttori è diventata pietra d’angolo”. Il mio compito è cercare la pietra d’angolo, quella che sostiene tutta la costruzione. Il mondo è una immensa costruzione in cui io sono protagonista. Tutto è prezioso in questa costruzione, ma la cosa più preziosa, essenziale, è la pietra d’angolo. E’ l’ultima pietra dell’arco a volta, con sezione triangolare, che sostiene tutto il carico e impedisce che tutto crolli. I costruttori del mondo, oggi come duemila anni fa, scartano la pietra d’angolo: costruiscono senza Gesù. Ma senza Gesù non sta su niente. Il mondo nessuno l’ha mai messo a posto: nessuna cultura, nessuna civiltà regge senza la pietra d’angolo. Noi cristiani siamo chiamati a costruire sulla pietra d’angolo, mettendola a fondamento di ogni costruzione: di ogni rapporto, ogni affetto, ogni famiglia, ogni azienda, ogni politica… Tutti possono fare tutto nella costruzione, possono sistemare tutte le altre pietre, ma la pietra d’angolo no: quella è affidata a chi l’ha incontrata, ai cristiani. ”I cristiani hanno nel mondo un posto che non è loro lecito disertare”, dice un pagano del 160 DC: se nel mondo manca l’opera dei cristiani non sta su niente. Tutto di me è prezioso per questo compito: anche ciò che di me non mi piace. Questa costruzione è l’unico scopo in cui nulla di me è da buttare. Se in me domina il senso di inutilità, mi sento brutto o sbagliato, è perché ho smarrito il mio compito. La battaglia contro il virus la devono combattere tutti nel mondo: ma cosa cambia combatterla avendo Cristo come pietra d’angolo?