Omelia Don Carlo 15 novembre 2019
*Omelia 15 novembre 2019*
“Quella notte due saranno in un letto, uno verrà preso e l’altro lasciato”.
Davanti a Gesù il problema della vita diventa un problema personale, non di coppia, non di gruppo. Io sono chiamato, io rispondo. È una drammatica solitudine quella che tu sperimenti nell’incontro con Gesù. È una bellissima solitudine, è il momento in cui nessuno ti sostituisce e nessuno decide la tua felicità. Perché se la mia felicità la decidesse un altro, fosse anche Dio, non sarebbe la mia!
La mia felicità è mia se è un atto della mia libertà. Che non è la libertà di farmi felice da solo, ma di domandare a chi voglio e quanta ne voglio. Non c’è nessuno nella storia che io conosca che abbia esaltato tanto la libertà e l’audacia del singolo.
Mi viene in mente un passaggio di un romanzo di Dostoevskij che ho in mano in questi giorni in cui dice che il tormento degli uomini è che qualcuno creda insieme con loro le stesse cose in cui credono loro. Gli uomini sono terrorizzati di aver una fede non condivisa e sono disposti a rinunciare a tutto pur di avere qualcuno che pensi quello che pensano loro. È terribile! La paura di dire io, la paura di dire sì al vero.
E allora, un po’ terrorizzati quelli che Lo ascoltavano, chiedono a Gesù: “Allora Gli chiesero: dove Signore accadrà questo?” Dove? Dove accade? E Lui non spiega, ma rilancia con questa immagine un po’ da brivido, un po’ truculenta.
“Dov’è il cadavere, là si raduneranno gli avvoltoi”.
Non c’è nessuno che deve dire ad un avvoltoio dov’è il cadavere: sono fatti per il cadavere. Nessuno deve dire dov’è il Cristo ad un uomo che ha il cuore vivo, non c’è bisogno di dirglielo perché Cristo, se tu Lo riconosci, Gli dici di sì, si diffonde da solo. Diceva Tommaso: “Bonum est diffusivum sui”.
Come diceva questo Salmo: “Senza linguaggio, senza parole, senza che si oda la voce per tutta la terra si diffonde il loro annuncio, ai confini nel mondo il loro messaggio”.
È inesorabile che si diffonda, invece non è inesorabile che io Lo guardi, che Lo riconosca e che Gli dica di sì. Questo è il dramma che accadrà fino alla fine del mondo dentro il cuore del singolo. Il cuore del singolo, vivo, consapevole – ancora con quell’immagine un po’ da brivido – è come lo sguardo dell’avvoltoio Lo sa riconoscere.