Omelia Don Carlo 17 febbraio 2020
Omelia 17 febbraio 2020
“Prima di essere umiliato, andavo errando”.
Come è acuto e realista, che respiro dà questo salmo? Prima di essere umiliato ero in confusione totale, adesso che ho subìto l’umiliazione è tutto chiarissimo nella mia testa. Ecco, per noi è il contrario: a noi l’umiliazione manda in confusione, fa saltare gli equilibri, gli schemi, le apparenti chiarezze. Perché? Che cos’è l’esperienza dell’umiliazione? Humus vuol dire terra, è un’esperienza che ti atterra, ti riporta terra-terra, alla tua origine, alla “Madre Terra”. L’umiliazione mi ricorda che io sono figlio, che sono fatto e mi costringe a chiedermi: “Ma da chi sono fatto? Di chi sono figlio? Perchè sono stato fatto vivere in questo mondo? Che ci devo fare di grande, io, in questo mondo?”
L’umiliazione è l’esperienza che ci riporta continuamente a destare – che ci desta – le domande religiose, che fa iniziare il cammino per scoprire perché siamo al mondo: per cercar Dio. Perché se noi passiamo la vita su questa terra senza cercare Chi ci fa, la vita la sprechiamo. Questo cammino inizia solo ogni volta che c’è un’esperienza di umiliazione, che non vuol dire – non siamo stupidi! – un’esperienza dolorosa. Non è mica vero! L’umiliazione è un’esperienza che ti rende umile, “terra”, ti fa ripartire da quel che sei. Quelle (le esperienze) dolorose, normalmente, invece, incattiviscono, abbruttiscono, mandano in confusione; non è mica detto che devono essere di dolore – per uno come me che sono uno iper-reattivo di fronte al dolore, la prima cosa è che vado in confusione.
L’umiliazione, per me, è fatta dalle esperienza belle: la gioia, il dolore, l’amore mi riempiono di stupore come un bambino e mi spingono a farmi queste domande. Altrimenti noi, finché non siamo umiliati, guardiamo la terra dall’alto in basso, facciamo da padroni su tutto, ci comportiamo come se tutto il mondo dovesse rendere conto (a noi), noi chiamiamo in giudizio la terra, il mondo, tutti, perfino Dio, perfino noi stessi: siamo spietati anche con noi stessi quando non siamo umili. Dimentichiamo la nostra origine che, invece, è quella che dobbiamo recuperare, come in questo Salmo che dice:
“Bene per me se sono stato umiliato, così imparo i Tuoi decreti”.
E scopro che l’umiltà è la cosa più bella, ma l’umiltà più bella non è quella del bambino, come dicono le maestre: “Ah, i bambini sono belli perché loro sono spontanei”: è una stupidaggine! La spontaneità non ha alcun valore. Che merito hanno? Viene spontaneo ai bambini stupirsi, essere umili.
L’umiltà che vale non è quella del bambino, è quella dell’adulto, dell’anziano, che decide di spalancare gli occhi, di stupirsi, perché ne è cosciente e perché lo vuole veramente. Questo è l’uomo più affascinante – il bambino lo fa meccanicamente e gli viene spontaneo, che merito ne ha?! -: è l’adulto che ha quella posizione, ma volendola e decidendola. Questa è la cosa più grande che c’è nel mondo.