Omelia Don Carlo 23 gennaio 2020


Omelia 23 gennaio 2020

“Lo seguì molta folla dalla Galilea, dalla Giudea, dall’Idumea, dal Libano”.

Lo schiacciavano, lo toccavano. Ma perché tutta quella folla cerca Dio? Che bisogno riversa su Gesù? Stamattina io perché cerco Gesù? Quali sono i bisogni che io offrirò a Lui?
Devo aver coscienza della mia domanda per verificare la Sua risposta. Come il cercatore d’oro che va nell’El Dorado a cercare l’oro: se non sa come è fatto l’oro, può affogare in un mare di pepite e non se ne accorge! Se non ha coscienza di ciò che cerca, non lo vede.
Quante volte vedo cristiani delusi, amareggiati, stizziti, anche qualche giorno fa una persona che piangeva arrabbiata perché diceva che manca Cristo, che Cristo la delude, non le dà il centuplo. Era evidente che non aveva coscienza del suo bisogno: chiedeva a Cristo ciò che Cristo non è venuto a portare, e non gli domandava ciò che Cristo è venuto a portare. Non è mai Cristo che manca. È la coscienza del nostro bisogno che non ce Lo fa riconoscere.
Certo che è Lui che ci svela fino in fondo di cosa abbiamo bisogno, quando lo incontriamo, ma in quell’istante dobbiamo decidere se guardare in faccia il nostro vero bisogno oppure se continuare stizziti, delusi e arrabbiati, tutti fissati sull’idolo che abbiamo in testa.
Per riconoscere Cristo dobbiamo essere disposti nello stesso istante, o un attimo prima, a riconoscere veramente noi stessi. Questa è la drammaticità dell’incontro con Cristo, che ci dà la possibilità di prendere coscienza ma non ce lo fa capire Lui. Capirlo possiamo capirlo solo noi se lo vogliamo capire.