Omelia Don Carlo 23 ottobre 2019
Omelia 23 ottobre 2019
“A chi fu dato molto sarà richiesto molto di più.”
Questa non è la pretesa di un padrone esigente sui suoi schiavi, è la stima sconfinata che Dio ha per me. Perché io per Lui non sono solo un bisognoso, definito dal mio bisogno, uno che deve solo ricevere e basta. Io ho tanto da dare agli occhi Suoi. Come suggerisce questa parabola molto imprenditoriale dal Vangelo di Luca. Ai Suoi occhi io sono – dice – l’amministratore fidato, saggio, messo a capo della servitù. È l’AD, il general manager! Sono pieno di risorse e di capacità ai Suoi occhi, mi tratta come un imprenditore che vale. Dio mi guarda così e mi vuole imprenditore di me stesso. L’opera più grande che devo fare non è cambiare il mondo e la società, ma è cambiar me stesso, tirar fuori la grandezza gigante ché io sono immagine Sua, che è Padre di tutti e Creatore dell’universo. Io devo tirare fuori la capacità di generare e di creare che ha Dio stesso. Se io mi sento niente è perché mi guardo con il mio sguardo, con lo sguardo del mondo.
Dove l’ha trovato Paolo questo sguardo, questa immagine così moderna, stimolante e potente?
Dice ai Romani: “Noi aderiamo con il cuore a quella forma di insegnamento a cui siamo stati consegnati”.
Un’immagine precisa, potente, efficace dell’esperienza cristiana.
Aderire con il cuore a quella forma di insegnamento a cui siamo stati consegnati. L’insegnamento arriva in una forma precisa, quello che ti salva – la differenza tra il fatto che diventi imprenditore o che divento uno schiavo, una massa senza volto – è se aderisci con il cuore o a malincuore. Perché fare le cose a malincuore, con il muso, come se fossero sempre un di meno, rimpiangendo una forma ideale che abbiamo in testa noi, ci ammazza, distrugge la nostra grandezza. Dio mi pensa, mi ha fatto e mi vuole imprenditore di me stesso, tanto mi stima. E non è mai nella vita la Sua stima che può mancare; mi ha fatto, mi ha fatto incontrare Gesù che cosa voglio di più? Quello che può mancare, che può impedire la mia fioritura umana è la mia stima su di me.
Ma chi nel mondo ti guarda con questo tipo di sguardo? Me lo dite chi? Ma neanche l’innamorato più innamorato, neanche i genitori i loro figli, che sono tutti lì che hanno paura che arrivino a tredici anni che scappino via.