Omelia Don Carlo 24 novembre 2019


Omelia 24 novembre 2019

C’era una scritta sulla croce: “Costui è, il re de Giudei”.
L’ha fatta scrivere Pilato, ma per Lui è soltanto una provocazione lanciata in faccia ai Giudei, per umiliarli: “È questo il vostro re?”
Perché a Pilato che lui sia re o no non importa nulla; anzi, è sicuro che non lo è, il re è a Roma.
Come anche la gente che è lì, la folla, i soldati.
Cosa importa sapere se quello è re o no? È da ridere.
A me, invece, importa. A voi importa.
Per noi non è uguale se Gesù è o non è re perché il re, in quella cultura, è il plenipotenziario: quello che ha potere su tutto il regno, cose e persone.
Non è secondario per me sapere se il potere ce l’ha Cristo risorto o no.
Se ce l’ha Cristo risorto il mio destino è l’eternità, cioè veder fiorire la mia bellezza, anche quella del mio corpo che si disfa, come il corpo di Maria Teresa, ferito, fragile e precario fin dalla nascita.
Se Cristo è il re, il mio corpo e il suo – quello di tutti noi – sarà perfetto, splenderà per l’eternità della sua vitalità.
Se, invece, Cristo non è il re, il re sarà il caso maledetto o “fortunato”, sarà la natura illusoria e poi matrigna.

Ma Chi domina la vita?
Chi ha il mano il mio essere e l’essere di Maria Teresa in questo momento e per sempre.
Non è secondario se in questi segni, attraverso queste parole,
se queste parole sono sacre o no, se attraverso questi segni, se sono sacri – cioè “sacramenta”, “mysteria” – oppure se sono vuoti, per modo di dire.
Cambia tutto seguire l’Uomo della vita: io cambio faccia, io acquisto un tono di sfida e Maria Teresa, quando potrà rendersi conto di quel che le è successo, avrà un’altra faccia. Sarà raggiante verso il futuro e il futuro sarà per lei, non contro di lei.
Il bello è che l’irruzione di Cristo risorto non è per dopo, per un’eternità dopo, un’aldilà e qui sarebbe solo una cosa spirituale come tanto purtroppo si è sentito dire anche nei secoli passati in tanti correnti di cristiani che rimandavano sempre tutto a dopo. Il bello, la gloria – abbiamo prima recitato il gloria – [la gloria] di Cristo viene anticipata adesso, irrompe adesso, il cambiamento, la rinascita, il potere di Cristo risorto è un potere che già comincia a scalfire il presente.
Ci sono già le prime gemme di primavera. Cos’è questo cambiamento, quali sono i frutti del potere di Cristo, della libertà di Cristo?
Nella nostra vita che già vediamo albeggiare che domandiamo, che vorremmo far presentire nel nostro affetto mentre abbracciamo Maria Teresa.
Sono descritti per intuizione nei riti esplicativi – riti esplicativi si chiamano quelli che facciamo adesso – come è poi la nostra vita, la nostra comunione esistenziale, affettiva, intensa, intelligente, acuta, motivata che può farglieli presentire e farglieli anche desiderare quando avrà l’uso della ragione nella libertà, sarà in grado con la sua libertà di aderirvi con tutto il cuore o continuare ad cercare fino a quando non aderirà più facilmente alla novità di Cristo risorto.