Omelia Don Carlo 26 settembre 2019


Omelia 26 settembre 2019

“Chi è dunque Costui? E cercava di vederLo”.
Erode si agita, sente parlare di Gesù e Lo deve conoscere. Non è che lui Lo ami, ma Gesù lo interessa, ma non gli interessa in quanto re, ma in quanto uomo, perché Gesù sfida l’umanità di Erode, come quella di tutti, la mia.
Chi lo intercetta, anche genericamente, per sentito dire, come Erode, è sfidato. Si sente dire: “Che ne è della tua umanità?Sei al mondo per realizzare pienamente te stesso!”.
E cos’è che ti realizza?
Qui lo dice il Vangelo di Luca 9,25:
“τἰ ὠφελεῖται ἄνθρωπος” – che cosa serve all’uomo – “κερδήσας τὸν κόσμον ὅλον” – se si accaparra tutto il mondo e poi “ἑαυτὸν”: perde se stesso; “ἀπολέσας”: ci perde.
Tu – dice questa sfida – tu vali più del mondo. E uno che lo sente dire sussulta, dice è vero, hai ragione, è vero! Io valgo più del mondo. Ma Erode capisce che non vale di più perché lui è il re, ma come uomo, vale più essere uomo che essere re. E queste cose lo inquietano e continuerà a cercare di interessarsene tutta la vita. E lo farà sapere in giro e lo dirà al suo amico-nemico Ponzio Pilato, il quale glieLo manda, dopo averLo fatto flagellare; glieLo manda e, durante il processo, Erode resterà deluso perché Gesù non risponde alle sue fuorvianti domande. Tace.
E glieLo rimanda indietro, deluso.
Lì Lo conoscerà direttamente, ma non Lo riconoscerà.
Cos’è che impedisce ad Erode di riconoscere Gesù, di credere in Lui?

Cos’è che in me a volte me lo impedisce? Cosa resiste in me a riconoscere Cristo?
Niente e nessuno me lo può impedire, se non una cosa sola: il mio disinteresse a me stesso, perché se io odio Cristo è perché prima odio me stesso perché Cristo entra con questa pretesa. È terribile – ma lo tocco con mano più passa il tempo – che un uomo possa odiare se stesso, non perché è autolesionista o si suicida, ma perché riduce se stesso: si fissa su dei particolari o si ossessiona su quelli e si lamenta quando non li ottiene. Uno così non ha slancio, non ha tono, ai miei occhi perde appeal, non mi attira perché è lui stesso che non è attirato da se stesso. Questo è il potere tremendo della libertà, perché il mondo lo capisce solo chi mette al centro e a fuoco la libertà; chi ci mette altro, avrà sempre da ridire, ma non capisce proprio, è sempre spiazzato, come il portiere fuori dai pali.