Omelia Don Carlo 27 novembre 2019
Omelia 27 novembre 2019
“Nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto”.
Questa è la promessa di Gesù a chi Lo segue: la totalità! Con Me tu abbraccerai la totalità della realtà. È esplosiva la sfida di Gesù per chi ha un cuore vivo, perché il cuore è fatto per la totalità. Il desiderio più struggente che mi sento addosso non è un desiderio di Dio – Dio è un mistero, ignoto, che io non vedo e non conosco. Quando mi sveglio al mattino io vedo le cose, desidero le cose, le desidero tutte, tutta la bellezza che le cose portano e la verità di cui sono segno. Io voglio conoscere, amare e godere di tutto.
Dio lo desidero in quanto Dio è tutto, è Colui che mi fa tutto e che mi dà tutto, si può chiamare anche in un altro modo.
La felicità, per me come uomo, è un abbraccio, un abbraccio totale – perché affettivamente è il gesto più suggestivo l’abbraccio. E l’infelicità è sempre un di meno, quando manca qualcosa, quando ti fissi su qualcosa che è meno del tutto. Infatti, il peccato si dice defectus, deficienza, venir meno, anche ἁµαρτία (amartia) vuol dire la stessa cosa. È un di meno perché il peccato cristiano non è contro la legge, ma è contro la realtà. Questo alla faccia di tutti i moralismi e i legalismi, l’ateo non è uno che nega Dio, è uno che nega la realtà, che perde pezzi. E quindi deve reprimere il proprio cuore, l’ampiezza e l’audacia del desiderio. Questo è il respiro che porta Cristo nella vita.
E dove è che ti raggiunge questo respiro?
Dov’è nel mondo questo abbraccio totale?
Dov’è che c’è gente che conta perfino i capelli del capo?