Omelia Don Carlo 27 settembre 2019


Omelia 27 settembre 2019

“Tu sei il Cristo. Ordinò severamente di non dirlo a nessuno.”

Per Gesù non conta “dire che lui è il Cristo”, conta “esserlo”: a volte dirlo non è proprio utile. E Lui lo è ogni istante dei suoi 33 anni.
È il verbo fatto carne, dice la fede, cioè il divino che vibra nella carne dell’umano. Tu vedi un uomo, senti un uomo e vedi, senti, abbracci il divino.
E questo non lo spieghi! Queste parole non puoi farle capire: chi capisce? Puoi solo farle vedere, nella tua vita cambiata, se l’ha cambiata, perché la vita un uomo integro ce l’ha in faccia, un uomo ipocrita no. Se un uomo ha coscienza di sé, tu la sua vita gliela vedi in faccia.

Questo è il cristianesimo: è una fede – come dice questo salmo – che ti cambia la faccia: “Spero in Dio, salvezza del mio volto e mio Dio”.
Il mio Dio mi salva il volto, mi dà il volto, mi fa fiorire il volto. La fede cristiana è una fede che salva il volto dell’uomo, lo fa fiorire. E com’è il volto di un uomo di fede? Com’è il volto di Gesù? Cosa si vede nella sua faccia?

“Il figlio dell’uomo” – cioè Dio – “deve soffrire molto, venire ucciso e risorgere il terzo giorno.”

In faccia si vede quello che ha in cuore: ha la faccia più dolorosa e drammatica e la faccia più vittoriosa ed esaltante. Queste due facce nell’uomo non sono mai compresenti: o piange o ride. L’uomo è sempre dissociato, vive sempre a metà, non è mai tutto intero, non può abbracciare tutta la vita, è come il primo computer famoso, il famoso Commodore 64, che aveva poca RAM, aveva 64, quindi ci stavano solo 3 file, 1 o 2 pdf, non ci stava mai tutto, si bloccava di continuo.
Ecco l’uomo naturale è così, è un uomo sempre mutilato, ha, come il mio povero occhio sinistro, un campo ridotto: mi devo spostare per trovare il fuoco!
Ecco, l’uomo naturale ha un campo ridotto! Ha poca RAM, non ci sta mai tutto dentro, ha sempre delle false contrapposizioni!
Invece Gesù no, è un uomo intero, integro, come dice il Salmo 12: Dio cominciò a guardare la terra, a guardare i figli degli uomini e dice “τοῦ ἰδεῖν εἰ ἔστιν συνίων”, se ce ne fosse uno tutto intero, tutto integrato!

Noi cristiani non siamo uomini più bravi degli altri, ma siamo chiamati ad essere veri, cioè ad essere interi, ad abbracciare, a capire e ad abbracciare l’umano intero, come dice, in una commedia Terenzio, nel “Heautontimorumenos”. “L’uomo che si fa del male da sé” è un pettegolo che, quando lo rimproverano perché è un ficcanaso, sempre negli affari degli altri, risponde con una frase luminosa che descrive l’ideale dell’uomo cristiano: “homo sum nihil humani a me alienum puto”, io sono un uomo e niente di umano a me può essere estraneo!