Omelia Don Carlo 28 febbraio 2020
Omelia 28 febbraio 2020
“Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte?”
Perché siete religiosi e il digiuno grida di cosa ha fame l’uomo: ha fame di Dio. Senza pane l’uomo vive, senza Dio no. La vostra è la religione della mancanza di Dio, per voi Dio c’è, ma non è qui e la vita è segnata, definita da una mancanza. Avete sempre un tono dolente, insoddisfatto, lamentoso, risentito,
sempre lì a puntare il dito su quel che manca…Perché a voi manca sempre qualcosa, perché vi manca l’essenziale. Il digiuno esprime questo tono mancante, dolente, penitente, sempre un po’ “medievaloide”.
“Mentre i Tuoi discepoli non digiunano”.
(Dice Gesù:) “E certo che non digiunano! Perché non non hanno il tono della mancanza i Miei discepoli, loro vivono di una presenza. Guardateli, hanno la faccia” – appunto come dice Gesù – “di ‘invitati a nozze’. Non sono in lutto perché lo Sposo è presente ed è presente – non lo sanno, ma glielo dirò – fino alla fine del mondo”.
La fede cristiana non è una religione della mancanza, ma della presenza. Anzi – ho sbagliato! – non è neanche una religione: è una vita nuova e basta. E se Lui è presente, i cristiani hanno, come me, da quando l’ho incontrato, un solo problema: conoscerlo. Perché se è presente Lui, non è che è presente solo Lui, poi è presente tutto. Anche quel che manca, è presente!
Io ho intuito questo quando l’ho incontrato: che tutto viene dalla conoscenza, le cose più care che ho avuto son le cose che parlano di Lui: gli affetti, le parole, i libri. Sono le cose più care perchè son quelle che ti cambiano la faccia. Dopo quel momento, quell’esperienza, quella cosa, hai un’altra faccia – me lo dicono.
La faccia, da dolente diventa faccia festosa, cioè diventa faccia cristiana, veramente umana. Però queste cose forse è meglio non dirle, perché tanto non vi crede nessuno, neanche tanti cristiani vi credono.