Omelia Don Carlo 29 settembre 2019
Omelia 29 settembre
“Guai agli spensierati di Sion” dice il profeta Amos.
Guai agli spensierati, perché il mondo dice il contrario: “Beati gli spensierati”, quelli che non pensano ai problemi della vita, quelli che si distraggono, che riescono ad evadere, che hanno modo di evadere. La gioia più bella per la cultura del mondo è la spensieratezza, perché se non ci pensi è evidente che i problemi diminuiscono. Certo! Ma anche l’intensità del vivere diminuisce.
Il cristiano è un uomo che, invece, alla vita ci vuol pensare, che ritiene che il pensiero sia la capacità più grande dell’uomo, che la ragione debba essere usata e non “offerta in olocausto”. Perché il credente c’ha una vita bella e lo spensierato ce l’ha brutta. È per quello che non ci vuol pensare. Il cristiano, invece, ci vuol pensare perché ha una vita bella, come la vita di Paolo e del suo amico Timoteo, a cui dice ormai alla fine della vita: “Combatti la buona battaglia della fede”.
La vita di Paolo e di Timoteo, e la mia, è una vita perché è una “buona battaglia”.
La fede è bella perché è una buona battaglia, cioè una battaglia non contro qualcuno; il “contro” ti incattivisce sempre – dubitate sempre di chi ha sempre una nemico da combattere, vuol dire che non è certo di chi è e si definisce con “l’esser contro”.
La buona battaglia è la “battaglia per” uno scopo grande e bello, che rende tutta la vita interessante, così bella che tu ci vuoi pensare sempre; alla cosa più bella che hai ci vorresti pensar sempre, vorresti spendere la vita per andarci in fondo. Non ne vuoi più evadere.
E scopri, almeno io da quando ho incontrato Cristo, mai ho più avuto il problema della noia, dei passatempi, di far passare il tempo, ho il terrore che passi; lo voglio vivere tutto! So sempre, non cosa fare, ma per che cosa fare quello che c’è da fare o che mi tocca fare. È lo scopo che riempie la vita, non i passatempi. La vita non si riempie di cose, la riempie solo la scopo che hai.
Se è piccolo, la riempie poco e ce n’è tanta, per cui devi evadere. Se lo scopo è totale lo capisci dal fatto che la riempie tutta, che non hai più bisogno di sognare un’altra vita. Perché la vita – per quanto drammatica – è bellissima, perché c’è! I sogni e le evasioni, per quanto piacevoli, sono terribili perché non esistono. E allora c’è una cosa più bella che essere spensierati: è essere pensosi, pensanti.
Che cosa c’è di più bello della spensieratezza? C’è il silenzio.
La cosa più sconosciuta e tremenda per l’uomo vuoto, per l’uomo nichilista. Quando hai una cosa bella che riempie tutta la vita vorresti star lì e non puoi fare altro che approfondirla istante dopo istante.
Come disse l’eremita Laurentius, scoperto in un bosco dai soldati di Carlo Magno – che gli dissero: “Che fai lì? Perdi tempo a far che? Vieni con noi a convertire l’Europa, ti diamo la spada e vieni con noi” – e lui raccontò la sua vita e disse che dal giorno in cui aveva incontrato Cristo “la mia (sua) vita si è riempita di silenzio” e non ha più parlato.