Omelia Don Carlo 4 ottobre 2019
*Omelia 04 ottobre 2019*
“Non chiamate nessuno maestro o padre sulla terra”.
Per voi maestro o padre è uno solo, nel cielo. Ma noi ne abbiamo tanti di maestri e di padri sulla terra e ci sono cari, sono preziosi per il nostro cammino perché sono segni del maestro e del padre del cielo.
Cosa cambia, che differenza fa – nell’esperienza – se è un maestro e un padre della terra o se è sulla terra, ma segno di quello del cielo?
Chiarissimo questo Salmo 15: “Sarà gioia piena alla Tua presenza”.
Se il maestro e il padre che hai in terra è segno di quello del cielo ti mette davanti a quello del cielo, allora per te, nel rapporto con lui, ci sarà gioia piena, come davanti a Te.
Se invece la gioia non è piena, se ne manca un po’, manca anche solo un briciolo di gioia e tu non ci stai tutto intero, per stare in quel rapporto devi perdere dei pezzi di te. Se non ti senti abbracciato, valorizzato totalmente nella tua umanità, quello non è un segno di quello del cielo, ma è un sostituto di quello del cielo, perché umanamente è impossibile che questo accada.
Mai sulla terra un uomo può abbracciare totalmente un altro uomo. Mai in un abbraccio naturale tu ci puoi stare intero, mai ci può essere la gioia piena.
C’è un punto di solitudine, di incomprensione, ma se accade – quando hai il brivido, l’impressione che in quel rapporto accade che tu ci puoi stare tutto intero, che non devi lasciar fuori nulla di te, vuol dire che quel rapporto è segno del maestro e del padre che è nel cielo. Sembra difficile da distinguere se ti ci metti a pensare e analizzar tutto, non capisci. La psicologia ti complica. Ma se io ti chiedo: “tu sai distinguere il segno, cioè un abbraccio dal disagio?”. E allora lo capirai sempre.