Omelia Don Carlo 8 gennaio 2020


Omelia 08 gennaio 2020

“Dio è amore”, annuncia Giovanni dopo i tre anni vissuti con Gesù, dopo la Pentecoste, dopo l’esplosione umana di bellezza e di grandezza che ha visto in tutta l’Asia minore prima della persecuzione di Domiziano.

“Dio è amore”, ma detto nel cuore del Medioriente dove tutti credono in Dio, ma in un Dio onnipotente, un Dio che è potere e il rapporto con Dio in Medioriente – cioè la fede – è un rapporto di potere. Dio ha tutto il potere e tu non ne devi averne nessuno, tu devi obbedire alla Sua legge. Per te non c’è libertà, non c’è ragione, non c’è bellezza.

La fede sulla vita è una violenza – non armata necessariamente – ma è una violenza che ti aggiunge sempre qualcosa a quel che sei e ti toglie sempre qualcosa della tua umanità. Nessuno e niente è più autentico, è più se stesso, è più come Dio l’ha fatto. È tutto artificioso: dai cibi speziati, ai vestiti, alle lingue… e tutto è così, tutto ferisce.

Giovanni dice: “No! Dio non è violento sulla vita, Dio è amore, Dio è uno che ti abbraccia”.

Ogni rapporto con la realtà, a cominciare dal rapporto con te stesso, è un rapporto di amore. Non è un Signore che impone. Dio non è onnipotente, è “onni-innamorato”, è un innamorato che ha come unico rapporto con te quello di un vero innamorato: il corteggiamento.

Dio ti vuole bello, ti vuole fiorito, ti vuole realizzato, è interessato solo ad un amore libero con te. Ti rende capace di abbracciare e di amare tutto ciò che incontri. Questo Dio è inimmaginabile, non solo in Medioriente, in tutto il mondo, non c’è nella cultura del mondo da prima di Cristo e dopo Cristo qualcuno che ha pensato, lo ha cercato e se lo sia immaginato così.

È per questo, conclude Giovanni, che Dio, che l’amore non è che noi abbiamo pensato immaginato Dio è Lui che ha amato noi e ha mandato suo figlio dal cielo.

Quando nella nostra vita non vediamo più l’amore, vediamo che viene meno l’amore, il nostro rapporto con la realtà, la vita diventa un inferno, è perché noi non guardiamo più questo amore sceso dal cielo, questo Dio che ha fatto “outing”, che ha detto chi è Lui, guardiamo altrove. Ma quando anche solo per un istante, lo vediamo su quella collina, come lo videro quei cinquemila affamati ed estenuati, che cosa fanno? Si portano a casa via dodici ceste con gli avanzi dei pani e quel che è rimasto dei pesci. Portano via le briciole del miracolo, un Dio così non se lo possono più perdere, anche se magari lo fanno in un modo isterico, dissennato. Come abbiamo visto un giorno (nell’ultimo pellegrinaggio, ndr)una ressa da stadio attorno al sepolcro di Cristo, fuori pioveva, e eran tutti dentro lì, si è dovuto fare a sgomitate per salvarsi, per salvare le costole… Una verità isterica, che va lì e vorrebbe portarsi a casa le briciole del granito del marmo: è un modo isterico, stupido e istintivo, però è gente che lì sente che è entrato nel mondo un Dio che l’unico adeguato a quello che il nostro cuore brama: il nostro cuore è fatto per amore, per essere amore e basta.