Omelia Don Carlo 9 febbraio 2020


Omelia 09 febbraio 2020

“Voi siete il sale della terra”.

Il sale dà sapore a gusto ai cibi e voi alla vita.
E quando la nostra vita non ha gusto, ci fa schifo, non è colpa del mondo, (ma) è colpa dei cristiani, della mancanza dei cristiani o, meglio ancora, della mancanza di coscienza dei cristiani. Perché in numero i cristiani ce ne è: sono un miliardo e mezzo di battezzati!
La cosa più dolorosa è che la maggior parte non ha coscienza della novità che porta, del sale che sono e, quindi, non incidono, non han peso, non lasciano traccia, è come se non ci fossero. La loro fede è quella cosa con la quale o senza la quale, rimangono tali e quali.
Così quando si sentono ignorati, non sono gli altri che li ignorano, non danno loro importanza, (ma) è che loro ignorano se stessi. Non sanno chi sono, non sanno e non hanno coscienza di cosa portano nel mondo.

E da cosa dipende questo? Cos’è che dà coscienza? Cos’è che ti fa sentire il sapore del sale?
Non andar in laboratorio ad analizzare i cristalli del sale. C’è un solo modo. Puoi studiare tutti i libri di chimica, degli acidi, delle basi, di tutto, dei legami, ma tu capisci che cos’è il sale se cominci a salare i cibi, se lo getti dentro. Tu capisci il sale che sei tu nel mondo se ti getti dentro il mondo, dentro i drammi, i problemi, dentro i traumi che la realtà ti provoca. Alla faccia di tanti psicologi che pensano che per diventare liberi, veri, bisogna evitare i traumi dei bambini fin da piccoli, e fare delle comfort zone attorno agli adolescenti, così tirano su lo “zucchero filato”, non degli uomini.

Non si diventa coscienti di chi è Cristo, entusiasti di Cristo, stando sempre nella comunità o portando tutta la gente nella comunità.
Pensate che pena nei decenni scorsi in Italia, in Europa, tutti questi cristiani che, siccome Giovanni Paolo II aveva lanciato la nuova evangelizzazione dell’Europa e del mondo, facevano infiniti corsi di preparazione ad autoeducarsi, autoformarsi, pregare di più, “dobbiamo pregare di più”. È stato un flop penoso.
Non c’è prima l’educazione e la formazione, e poi la missione. Ma è il contrario, è il contrario nella vita cristiana: la migliore educazione è la missione. È buttarsi nell’acqua, e lì si impara a nuotare. Non si capisce Cristo “studiando Cristo”, ma sfidando con Cristo la realtà. Perché la realtà è la prima amica della fede. Non è il contrario. Se tu perdi la fede è perché prima hai perso la realtà. La fede senza realtà muore. La realtà è per la fede come l’acqua per i pesci: questione di vita o di morte.
Anche perché noi cristiani non abbiamo come scopo, come compito di portare il mondo nella Chiesa, ma è il contrario. Non abbiamo come scopo di fare della Chiesa un’immensa “saliera” – che poi ci vuole la dieta iposodica per salvare il sangue – ma di portare la Chiesa nel mondo e di “salare” il mondo e di dare gusto al mondo. È proprio capovolto il problema. E, comunque, solo così c’è respiro e gusto. Provate a pensarci.